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Eccezionale vittoria in Cassazione: straordinari degli infermieri sempre pagati

  • Immagine del redattore: AADI
    AADI
  • 25 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

In deroga al CCNL, la Cassazione riconosce con una storica sentenza il diritto al pagamento degli straordinari non autorizzati


Ma perché tutte le cause fatte in Puglia si perdono e in Cassazione si vincono?


La domanda sta diventando un tormentone anche presso i Giudici della Corte Suprema che, dopo la denuncia dell’AADI nei confronti di un giudice pugliese, non fanno altro che annullare le sentenze perse dall’AADI in Tribunale e in Corte d’Appello, rinviandole a Bari con annesso cazziatone.


I giudici pugliesi non riescono ad imparare le leggi e il Diritto; non c’è niente da fare. Eppure, come in questo caso, le spese legali superano i 20.000 euro! Ma cosa ci guadagnano a negare diritti evidenti? Forse la politica ha un ruolo? O forse sperano che gli infermieri si arrendano dopo le due sconfitte?


Evidentemente non sanno, come in questo caso, che quando l’AADI si impunta, le cause vengono sostenute dallo stesso sindacato che non molla la presa finché non vince.


Nel caso trattato dalla Corte Suprema, la sentenza (uscita ieri) ha accolto la tesi propugnata già nelle diffide dell’AADI a firma di Mauro Di Fresco, il quale sosteneva che gli straordinari svolti dagli infermieri, a favore dell’azienda, sono mirati a garantire la continuità assistenziale a tutela del diritto alla salute dei cittadini.


'Niente da fare' – tuona il Tribunale del Lavoro di Bari – 'il contratto collettivo nazionale di lavoro impone la previa autorizzazione dello straordinario e gli infermieri si devono attenere a questo'. Quindi: rigetta il ricorso!


Alla Corte d’Appello di Bari, Di Fresco insiste, in collaborazione con l’Avv. Vicinanza dell’Ufficio Legale dell’AADI: è vero che il contratto si impone agli infermieri, ma la particolare attività svolta da questi è diretta esclusivamente alla tutela della salute dei cittadini che si affidano ai professionisti, e non si può abbandonare il servizio e andarsene a casa se il dirigente non autorizza lo straordinario. Sarebbe troppo facile per l’azienda incastrare l’infermiere nella carenza cronica di personale e poi non pagarlo.

È ovvio che la tesi è qui spiegata in modo semplice, perché esporla in dettaglio sarebbe complicato, visto che sulla questio iuris sono coinvolti tre istituti, anche di derivazione europea. Comunque, nel ricorso si segnala che il dirigente non è sempre presente di pomeriggio, di notte o nei giorni festivi; pertanto, le ore registrate nel cartellino devono essere pagate.

La Cassazione ha detto più volte che le ore indicate nel cartellino non devono essere pagate senza autorizzazione, ma queste sentenze non riguardano l’attività infermieristica, che è legata a doppio filo con la garanzia posta dall’art. 32 della Costituzione.


Niente da fare, anche la Corte d’Appello rigetta il ricorso, con spese legali pesantissime!


L’AADI ha dovuto convincere, a proprie spese, l’infermiera – depressa e scoraggiata – a rilasciare la procura ad litem in Cassazione affinché si procedesse. Sulla fiducia di Di Fresco è stato preparato un ricorso difficilissimo, contro la stessa Cassazione che ha sempre negato il pagamento degli straordinari senza permesso scritto, peraltro limitato anche dalla doppia conforme che ha ridotto la possibilità di poter contestare altri fatti.


Con Ordinanza del 24 luglio 2025 avente ad oggetto: Lavoro straordinario – Infermiera – Mancata autorizzazione, la Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro HA ACCOLTO LA TESI PIÙ VOLTE SOSTENUTA dal dirigente sindacale Di Fresco e, in deroga al C.C.N.L., ha stabilito un precedente nazionale:


“Assume la dipendente che, in base all’art. 2126 C.C., deve essere pagato lo straordinario svolto sulla scorta di un’autorizzazione implicita del datore di lavoro pubblico e impugna per 3 motivi… I motivi, da trattare congiuntamente in quanto intrinsecamente connessi, sono TUTTI fondati nei termini di seguito illustrati… P.Q.M. La Corte accoglie il ricorso e condanna…”.

Abbiamo altre cause in Cassazione contro il Tribunale di Trani e contro la Corte d’Appello di Bari e le vinceremo tutte, dimostrando che in Puglia c’è qualcosa che non va… quando si tratta di noi!

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