Gli straordinari vanno pagati anche senza fondi
- AADI
- 28 lug
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Straordinaria sentenza dell’AADI in Cassazione che bastona gli ospedali e manda in disciplinare chi ha sfruttato gli infermieri
Cass. Lav., 24 luglio 2025 n. 21015
L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri non si ferma davanti a nulla!
Le amicizie politiche non ci fanno paura e per noi vale sempre l’aforisma: ride bene chi ride ultimo.
La Cassazione ritorna sull’argomento degli straordinari infermieristici condannando un Policlinico pugliese a pagare ad una infermiera 5.000 euro di straordinari accumulati nell’anno che l’azienda, non solo non voleva pagare per mancanza di fondi, ma che aveva anche cancellato dal cartellino!
Il fondo per gli straordinari era stato del tutto svuotato; non è colpa nostra scrissero nella Memoria difensiva.
Non è così, tuona Mauro Di Fresco coordinatore dell’Ufficio Legale dell’AADI, l’assenza di fondi non rileva per l’obbligo di pagamento che è sempre dovuto visto che l’attività straordinaria rientra nell’istituto contrattuale della retribuzione che, ai sensi dell’art. 36 Cost., è imposta; pena l’eccezione di inadempimento contrattuale regolato dall’art. 1218 C.C. e il risarcimento del danno secondo la regola del Thin Skull Rule, ribatte Mauro Di Fresco.
Il Tribunale e la Corte di Appello, come al solito, avevano rigettato le richieste dell’iscritta AADI (ignorando il Diritto e, soprattutto, neppure conoscendo la regola del Thin Skull Rule), ma per la Cassazione non c’è stato alcun dubbio: il Ricorso andava accolto su tutti i motivi contestati, TUTTI, per cui le spese legali, sui quali si esprimerà la nuova Corte di Appello, saranno ingenti (la Cassazione paga le spese legali in base ai motivi accolti, più è alta la percentuale di accoglimento sul totale dei motivi impugnati, più sono alte le spese legali. Si parte generalmente da 5.200 euro fino a 10.200 euro se non vi sono le sanzioni previste dall’art. 96 C.P.C., oltre le spese legali dei gradi persi e il rimborso di quanto tutto già pagato).
Secondo la Cassazione, fotocopiando quanto riportato nel Ricorso: «l’attività lavorativa oltre il debito orario, comporta il diritto al compenso per lavoro straordinario nella misura prevista dalla contrattazione collettiva, purché sussista il consenso datoriale che, comunque espresso, anche dalla caposala, è il solo elemento che condiziona l’applicabilità dell’art. 2126 cod. civ., in relazione all’art. 2108 cod. civ., a nulla rilevando il superamento dei limiti e delle regole riguardanti la spesa pubblica, il quale determina, però, la responsabilità dei funzionari verso la pubblica amministrazione … il consenso alle prestazioni può anche essere implicito … l’importante è che tale attività non venga svolta esclusivamente per se stesso ovvero in insciente vel prohibente domino».
Sono migliaia gli infermieri che si sacrificano nei servizi per garantire la continuità assistenziale sopportando umiliazioni e stanchezze, ma la prassi di costringerli a lavorare perché manca il cambio o per altre situazioni urgenti per poi non pagarli, è, per l’AADI, una forma di sfruttamento che con questa sentenza speriamo di voler eliminare una volta per tutte!
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