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SPERIMENTARE I VACCINI SUGLI INFERMIERI MILITARI?

L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri dice no!

L’AADI ha scritto ai Ministri della Salute e della Difesa nonchè all’On. Sara Cunial che ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione, quanto segue:

Oggetto: contestazione sperimentazione vaccini su infermieri militari.

La scrivente Associazione tutela il diritto del lavoro e della salute degli Infermieri sul territorio italiano.

  Con la presente, l’Associazione aderisce a quanto ritenuto nell’interrogazione a risposta scritta formulata dall’On. Cunial, n. 4-05185, della seduta della Camera del 9 aprile 2020, precisando quanto segue:

  1. gli human challenge trials dei vaccini candidati contro il Sars-Cov-2, non sono immuni da reazioni anafilattiche e possono radicare gravi patologie neurologiche ed ematologiche anche infauste;

  2. sul piano giuridico è fortemente dubbia la legittimità costituzionale di una sperimentazione clinica su soggetti in condizioni fisiche ottimali, sia per contrasto con gli artt. 2, 13 e 32 della Costituzione che per lesione del principio di autodeterminazione; non meno di quanto questa Associazione ha contestato al Presidente della Regione Lazio sull’obbligo della vaccinazione imposta ai sanitari;

  3. la sperimentazione deve ragionevolmente essere rivolta all’arruolamento di soggetti già affetti dalla patologia che scelgano consapevolmente la cura sperimentale;

  4. l’ordinamento non legittima una sproporzione tra vantaggi e rischi a carico del soggetto che si sottopone alla sperimentazione clinica e, peraltro, nega la sufficienza della sottoscrizione del consenso informato per legittimare la sperimentazione.

  Tutto ciò premesso e ritenuto, si chiede che gli Ill.mi Ministri e l’On. Sara Cunial, adottando quanto il loro potere e ufficio, possano, fin d’ora, garantire a questa Associazione che si vieterà agli infermieri militari di partecipare alle selezione de qua, perché il personale sanitario deve essere considerato fondamentale per garantire l’assistenza ai pazienti COVID e, certamente, una diversa scelta, non sarebbe proficua e logica perché sacrificherebbe la professionalità e la competenza acquisite dai preziosi infermieri militari, nel corso di anni di studio e di pratica.

  Con preghiera di essere esitati da quanto richiesto.

  Con osservanza.

Il Presidente

Dott. Mauro Di Fresco


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