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Farmaci cinesi in reparto - Infermiere responsabile?

Lettera AADI al Ministero della Salute e ASL Latina



Segnalazione - Diffida - Rischio pazienti ed esclusione responsabilità

La scrivente ha già affrontato l’annoso problema che riguarda la somministrazione di farmaci asiatici privi di traduzione italiana che, ai sensi della vasta normativa civile e penale sulla responsabilità dei sanitari, non ne permette l’utilizzo stante l’impossibilità di identificare i principi attivi e le sostanze additive (eccipienti) contenuti nel prodotto, di tradurre il foglio illustrativo e, quindi, gli effetti collaterali e il dosaggio, a meno che le aziende sanitarie che ne fanno uso non assegnino idonei traduttori linguistici nei reparti ovvero non insegnino al personale le lingue asiatiche.


Già con diffida del 2 giugno 2020, prot. n. 151, questa O.S. si lamentava presso il Ministro Roberto Speranza dell’uso di farmaci giapponesi, ma l’On. non riscontrava la lettera avendo affari più importanti da sbrigare.


Sperando che questo diverso Governo si dimostri più sensibile alla salute dei pazienti, si chiede di sapere se l’uso di tali ignoti farmaci sia legittimo e, in caso di risposta affermativa, spieghi su quali basi normative si fondi l’asserzione di legittimità e quali scriminanti penali e esimenti civili sono state previste per tutelare il personale sanitario da sinistri derivanti dall’uso improprio del farmaco, ritenuto che non si possa addebitare al personale, eventuali errori nella somministrazione del farmaco presumibilmente asiatico.


Si riproducono in calce le fotografie del prodotto farmaceutico.


Con osservanza.


Il Dirigente

Dott. Mauro Di Fresco



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