L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri sotto il mirino del Tribunale Penale, ma la sentenza spiazza tutti!
Dopo aver irrogato la sospensione dall’albo professionale dei medici per sei mesi al dott. Giuseppe Barbaro (pena sospesa perché impugnata dall’Associazione Avvocatura Dei Sanitari - AADOSS), l’Ordine dei medici ha rosicato ed ha querelato il vertice dell’A.A.D.I., dott. Carlo Pisaniello e il Sindacalista Mauro Di Fresco nonché lo stesso Barbaro, per aver pubblicato, su questo sito, verità scottanti sull’uso che l’Ordine dei medici fa del potere disciplinare al servizio dei poteri forti.
In particolare, Mauro Di Fresco, ha impugnato la sanzione inflitta al dott. Barbaro, sollevando una questione pregiudiziale sulla base di una coercizione (minaccia) che alcuni consiglieri dell’Ordine avrebbero operato su un’altra consigliera che aveva manifestato l’intenzione di votare a favore di Barbaro all’esito dell’audizione disciplinare.
La dott.ssa consigliera ha anche sporto querela per minacce (ed altri reati) contro il presidente dell’Ordine di Roma e, pertanto, la decisione risultava così viziata, ma, nonostante ciò, l’Ordine ha proceduto a notificare la sanzione al dott. Barbaro.
I toni usati nell’articolo dell’A.A.D.I., che denunciava i fatti, erano francamente accesi e forbiti, ma nei limiti della continenza formale e sostanziale, tra i quali l’essere, l’Ordine, il braccio armato del Ministro Speranza.
Immediatamente è scattata la querela, ma l’indagine è stata contrastata in maniera superlativa ed efficace del Prof. Avv. Luca Ripoli, famoso penalista di diritto sanitario.
Il P.M. ha disposto l’interrogatorio dei tre indagati, ma l’Avv. Ripoli lo ha bloccato ed ha fatto fissare un’udienza camerale, tenutasi il 4 luglio 2023 presso l’aula del Tribunale Penale di Roma, per contestare le richieste del P.M..
Il prof. Ripoli ha prodotto una eccellente memoria difensiva, ricca di giurisprudenza, nella quale ha spiegato i motivi che fanno decadere le ipotesi di reato ed in particolare eccepiva: l’estrema sinteticità dell’imputazione, tale, si afferma, da non consentire agli indagati di comprendere, anche se in termini generali, la sostanza dell’addebito che viene loro mosso; l’irrilevanza dei motivi posti dal P.M. a fondamento della richiesta, indicati nell’espletamento dell’interrogatorio degli indagati, motivazione non idonea ad integrare il requisito della giusta causa, da intendersi nell’istanza in ragioni oggettive, riconducibili alla natura del procedimento.
Il G.I.P. ha definitivamente respinto la richiesta del P.M. di proseguire le indagini nei confronti degli indagati.
Ora non ci resta che vincere la causa sulla sospensione del dott. Barbaro (un medico veramente coraggioso e, per chi lo conosce, profondamente umano) e la questione pseudoVACCINO resterà solo un brutto ricordo di una società intollerante e fanatica, manipolata dai mezzi di informazione e che rifiuta la libertà di pensiero.
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