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Ospedale Sant’Andrea di Roma: meglio un infermiere rincoglionito ma ballerino, che un infermiere i

Come mantenere aggiornati i propri professionisti

Questo articolo è stato scritto per illustrare l’entità dell’interesse che ha dimostrato la Direzione Aziendale dell’Ospedale S. Andrea di Roma ad aggiornare il proprio personale infermieristico al fine di fornire prestazioni all’avanguardia con il massimo della compliance e degli outcomes possibili.

Gli infermieri del S. Andrea non hanno diritto ad essere eruditi ed informati in materia di sfruttamento demansionale che è alla base delle numerose problematiche che causano il burn-out, il mobbing e la perdita di autostima professionale, riverberandosi negativamente sulla  salute dei dipendenti e, di conseguenza, su quella dei pazienti.

Tutto nacque dalla richiesta formulata dal nostro segretario aziendale all’amministrazione ospedaliera per ottenere un’aula dove svolgere l’ECM sul demansionamento infermieristico (il corso comprende lo studio delle funzioni dell’infermiere, dell’OSS e dell’OTA attraverso l’illustrazione della declaratoria delle qualifiche funzionali, il principio gerarchico, il job act, l’ordine di servizio, la normativa sull’organico assistenziale; la responsabilità da inadempimento, il disservizio e la malagestio del personale, i limiti dell’assegnamento mansionale, la qualità assistenziale, lo stato di necessità, i criteri risarcitori del demansionamento, le mansioni superiori, la tutela inibitoria, ecc.); richiesta accettata almeno de visu per poi essere meglio valutata e rifiutata sulla scorta della non attinenza del corso con la professione infermieristica.

Senza rimanere turbati più di tanto (ci siamo abituati), abbiamo mandato giù il rospo pienamente consapevoli del fatto che  l’amministrazione non gradisce questo corso  ECM dedicato interamente al demansionamento ( non è l’unica perché abbiamo avuto altre esperienze perlopiù sostenute addirittura dai sindacati protettori degli OSS), in quanto se l’infermiere dovesse prendere coscienza del proprio ruolo e della verità che si cela dentro nostro sistema assistenziale paternalistico e quindi arcaico, rivoluzionerebbe tutto valorizzando finalmente la propria autostima e, conseguentemente,  l’eterostima con notevoli riconoscimenti professionali ed economici.

Ci sembrò superfluo ribattere che le mansioni rientrano negli istituti contrattuali della Sanità e che inoltre questo corso è accreditato dal Ministero della Salute  con il massimo dei crediti concedibili.  

Per l’AADI la storia finì quel giorno stesso e ci preoccupammo di organizzare lo stesso corso in una sede diversa; finché l’8 settembre 2017 veniamo casualmente a scoprire che le aule del Sant’Andrea vengono destinate, addirittura  ai  corsi di Tango, si avete letto bene, il Tango inteso come disciplina di ballo!

Sorge spontaneo interrogarsi su quali criteri di valutazione abbia adottato la Direzione per considerare il Tango attinente con la professione infermieristica. 

Ebbene pare che il Tango sia attinente alla terapia complementare come “medicina della persona”, e che  il Sant’Andrea  grazie a questo corso utilizza “una risorsa in più nello sviluppo nella comunicazione costruttiva nel gruppo di lavoro”, risultato che, secondo la stessa Dirigenza,  un corso  incentrato sulla conoscenza delle mansioni funzionali degli infermieri e dei loro diritti,  non avrebbe mai raggiunto!

Secondo il Sant’Andrea quindi, il Tango promuove la salute quindi ne ha autorizzato il corso assegnando l’aula, l’ECM sul demansionamento invece, che promuove la legalità, migliora le cure ai pazienti e fa risparmiare milioni di euro in malattie professionali, mobbing e cause risarcitorie, non è stato ritenuto attinente e con un positivo apporto alla professione infermieristica;   come se effettivamente in ospedale non ci fosse bisogno di maggiore legalità.

In conclusione, meglio un infermiere rincoglionito ma ballerino, che un infermiere istruito!


thumbnail_Locandina Corso Tango

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