La pronta reazione di condanna della Segreteria Nazionale della FIALS, nei confronti della Segreteria Provinciale di Udine che aveva redatto la nota sul tutoraggio degli OSS nel CDL in infermieristica (leggi qui) e che si riporta in forma integrale di seguito, è di buon auspicio; sia perchè dimostra inequivocabilmente il potere divulgativo della nostra Associazione che scuote i colleghi e gli studenti per indurli a indignarsi e a segnalare abusi e illeciti, sia perchè tale sdegno collettivo “costringe“, chi ne ha il potere e la volontà, a richiamare all’ordine e alla legalità.
Con questo articolo riconosciamo alla Segreteria Nazionale FIALS di aver preso una posizione di netta condanna verso l’operato della Segreteria Provinciale, di aver richiesto l’intervento del Ministero della Salute per far luce su un provvedimento dichiarato illegittimo.
Ci preme però sottolineare che la nota incriminata in oggetto riporta la data del 21 giugno c. a. e la reazione della Segreteria Nazionale si è concretizzata solo oggi, 24 ottobre, successivamente agli articoli di condanna pubblicati sul nostro sito nella giornata di ieri 23 ottobre; e non per un desiderio di gloria e riconoscimenti, ma solo per sottolineare la stonatura della parte finale in cui rigetta quanto il Presidente AADI argomenta sull’operato delle organizzazioni sindacali miste, interpretandolo come un tentativo di dipingere, citiamo testulamente “… la FIALS tutta come una Organizzazione Sindacale opaca e priva di un “animus professionale”…”
Se l’AADI, in persona del suo presidente, non avesse divulgato quanto accadeva in Friuli, molto probabilmente non ci sarebbe stata alcuna reazione, come d’altronde non era accaduto da giugno ad oggi.
Inoltre lo stesso Giuseppe Carbone, Segretario Generale FIALS che firma tale nota, ammette che l’intervento del Dott. Di Fresco è relativo e collegato ai fatti di Udine e quindi, non all’operato del Sindacato FIALS in generale; che tale mancanza di “animus professionale” sia propria solo di alcune sacche territoriali e non dell’intera organizzazione, lo devono dimostrare loro quando, come in questa circostanza, intervengono e condannano.
Ci auspichiamo che fatti del genere non si ripetano, in caso contrario l’AADI li segnalerà prontamente.
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