Il sito della FNOPI ha pubblicato la foto e un commento sulla presentazione di un progetto che senz’altro deve essere realizzato a favore dei non vedenti. Ci mancherebbe altro.
Ma è stato opportuno che la presidente Mangiacavalli, fra tanti presidenti OPI educati e competenti che ci sono in Italia, abbia scelto proprio uno come Lebiu che oltre a fanculizzare gli italiani con un articolo che lui stesso sottoscrisse (potete leggerlo in fondo alla pagina) è stato anche querelato per abuso d’ufficio da questa stessa Associazione?
Eppure la Presidente della FNOPI non era all’oscuro della vicenda che da tempo l’A.A.D.I. ha portato alla sua attenzione, anzi, speravamo in un minimo riscontro e di legalità, cose peraltro strombazzate in lungo e in largo dalla stessa FNOPI, ma evidentemente la regola vale solo per gli altri.
Se si vuole correttezza e legalità tra gli infermieri italiani, perché non iniziare da casa propria, magari esaminando la denuncia che l’A.A.D.I. ha inviato alla Presidente Mangiacavalli su quanto abusato dal dott. Lebiu? E’ possibile che una procedura disciplinare interna all’OPI di Carbonia, del tutto illegittima e abusiva e che ha visto coinvolti ben 16 infermieri, sia stata insabbiata così di punto in bianco? Sì, è possibile anche se governano i 5 stelle.
Il dott. Lebiu sottopose a procedimento disciplinare ben 16 infermieri, rei di averlo diffamato in una lettera scritta da questa Associazione che non aveva fatto altro che evidenziare come fosse illecita una procedura condotta e gestita dalla stessa persona che si riteneva diffamata.
La lettera dell’A.A.D.I. è stata scritta a seguito di un’intervista che Lebiu rilasciò al quotidiano l’Unione Sarda nel quale chiedeva scusa a nome dei 16 infermieri accusati dalla figlia di un paziente deceduto, di omicidio colposo. Ebbene, sia l’azienda ospedaliera che la Procura archiviarono il caso perché non vi fu incuria, colpa, nulla! Eppure, pur di finire sui giornali, l’OPI di Carbonia sputtanò i 16 infermieri innocenti, facendoli inchinare davanti gli incauti accusatori.
Naturalmente questa dichiarazione di resipiscenza non è stata accettata dagli infermieri che reagirono lamentandosi con Lebiu. L’avessero mai fatto! Non si dovevano permettere, quindi furono utilizzati gli strumenti disciplinari ordinistici per vendicarsi dell’affronto.
In poche parole il Presidente Lebiu, in qualità di dominus della procedura disciplinare da lui stesso attivata, si è impegnato ad indagare 16 infermieri per appurare se lo avessero diffamato e se ciò fosse risultato vero, avrebbe scritto e firmato, lui stesso, il verdetto di condanna per poi utilizzare questo stesso documento (firmato da lui) come prova per chiedere un risarcimento.
Questa procedura ricorda un po’ la giustizia feudale dove il Signore faceva quello che voleva, anche esercitare lo ius primae noctis.
Non siamo arrivati a tanto, però dopo qualche citazione giurisprudenziale, la procedura disciplinare è stata sospesa e il dott. Lebiu ha querelato gli infermieri per diffamazione: finalmente ha fatto quello che gli dicevamo da tempo e cioè abbandonare la procedura disciplinare e presentarsi come persona offesa in tribunale.
La vicenda però non poteva finire a tarallucci e vino, quindi l’A.A.D.I. ha chiesto alla FNOPI di aprire un’inchiesta su tutto quanto avvenuto ed invece cosa fa la FNOPI? Insabbia tutto, costringendo l’A.A.D.I. a querelare Lebiu.
Aprire una procedura disciplinare in qualità di giudice, dichiarandosi anche parte offesa (capite? il giudice e la vittima sono la stessa persona) costituisce abuso d’ufficio ed è punito dal codice penale.
In conclusione: siamo sicuri che la FNOPI stia operando per il nostri bene? Non è che, invece, le cose non sono mai cambiate e gli amici non si toccano? Noi una risposta ce la siamo data semplicemente vedendo la foto.
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