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Infermiere NoVax risarcita per 7mila euro

  • Immagine del redattore: AADI
    AADI
  • 18 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Vittoria AADI: l’ospedale di Roma costretto a restituire gli stipendi decurtati in modo illecito


Cosa c’entra che fosse NoVax?

Nulla. Per quanto esistano ancora persone fedeli al vaccino, questi sarebbero d’accordo nel garantire un giusto processo anche agli assassini e ai pedofili ed allora, a maggior ragione, anche chi ha scelto di non vaccinarsi e andarsene all’estero durante la sospensione dal servizio ha diritto a non essere perseguitato per le proprie idee.

Invece non è stato così e nonostante Speranza arranchi in nefande giustificazioni per quello che ha fatto e così i suoi accoliti, c’è chi ancora sostiene la fede vaccinale torturando chi ancora non si è ammalato di vaccino, nonostante le recentissime ricerche scientifiche stiano confermando i dubbi sollevati sull’efficacia e pericolosità del siero sperimentale.


L’infermiera in questione era stata sospesa e per un errore della dirigenza dell’Azienda Policlinico Umberto I, le era stato versato lo stipendio allorché, rientrata in servizio dopo l’abrogazione del D.L. n. 44/21 si è ritrovata con un debito di oltre 24mila euro e, successivamente, dopo tre mesi di lavoro in sala operatoria, con tre retribuzioni a ZERO euro!

A nulla sono valse le diffide dell’A.A.D.I. perché i dirigenti insistevano che l’indebito (cioè, la somma che l’ospedale doveva recuperare per aver sbagliato) si dovesse calcolare sulla somma lorda e non su quella netta.


Immediata la reazione dell’Ufficio Legale dell’A.A.D.I. coordinata dal Dott. Mauro Di Fresco che ha radicato un Ricorso d’urgenza deducendo che deve essere garantito il minimo vitale pari a 1000 euro al mese e solo sulla parte residua può essere trattenuto il credito dovuto e che la trattenuta va fatta solo sul netto percepito e non anche sul lordo.

Secondo l’A.A.D.I., la dipendente novax deve essere trattata al pari di tutti gli altri senza discriminazioni e pregiudizi.

La causa cautelare è stata vinta!


L’ospedale non si è arreso ed ha impugnato l’ordinanza.

L’A.A.D.I. rivince!

Ma non basta.


L’ospedale fa ricorso contro la sentenza e oggi, dopo che ieri l’Ufficio Legale dell’A.A.D.I. aveva risposto con giurisprudenza in materia a specifici quesiti posti dal tribunale del riesame (evidentemente ancora incerto sulla questione), la terza sentenza ha confermato la tesi esposta e abbiamo rivinto, creando, per la prima volta in Italia, una regola nazionale ovvero che le retribuzioni versate in eccedenza agli infermieri NOVAX sospesi senza stipendio, devono essere restituite mantenendo integro il minimo vitale e, perdipiù, non oltre il netto percepito.

L’infermiera ha pianto dalla gioia quando Di Fresco le ha dato la notizia.


L’A.A.D.I. si assesta, ancora una volta, come la prima organizzazione sindacale che crea il diritto sanitario in Italia, affrontando questioni nuove e sempre più complesse.

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