Recentemente l’AADI ha vinto una causa contro l’azienda sanitaria di Milano che ha fatto rosicare non pochi sindacalisti (protettori degli infermieri a chiacchiere), perché la parte che sfrutta il personale sugli straordinari è stata disapplicata con una sentenza difficile perché dal Decreto ingiuntivo, ottenuto dimostrando che il credito di lavoro (cioè gli straordinari maturati che l’azienda non voleva assolutamente pagare sulla base di un contratto decentrato farlocco), si è passati alla causa di merito (una causa monitoria con l’emissione di un decreto e una causa a contraddittorio pieno con l’emissione di una sentenza).
La FIALS milanese ci scrive una lettera infuocata dal seguente tenore (con evidente errori grammaticali): “Buon pomeriggio, con la scrivente, Il sottoscritto Nobile Mauro, in qualità di Segretario Aziendale FIALS presso l’ASST Nord Milano nonché di Dirigente Territoriale FIALS di Milano, nel prendere attenta visione del post, richiamato in oggetto, ritiene opportuno e doveroso premettere alla Vostra attenzione come l’O.S. che rappresento NON abbia sottoscritto il vigente Contratto Integrativo Aziendale del 13/02/2018 citato nell’articolo. Inoltre, le Vostre argomentazioni riportano alcuni passaggi inesatti, privi di tangibile fondamento, come avvalorabile nel documento incriminato, allegato alla presente comunicazione, invitando seriamente codesta Associazione ad attuare una congrua e veritiera disamina dei suoi contenuti, soprattutto, alle pagine 14-15-16 dell'art. 9 "Lavoro straordinario e riposi compensativi". In ultimo, siete pregati di rettificare con immediatezza un paragrafo del Vostro articolo che si tiene a riportare letteralmente di seguito: “…Due processi in uno dove gli avvocati dell’azienda hanno sostenuto, con ogni argomentazione possibile, il divieto di pagare gli straordinari ad un infermiere, sia perché non erano stati autorizzati, sia perché non aveva aderito alla Banca delle ore, sia perché non le aveva richieste entro la fine dell’anno, sia perché il contratto decentrato sottoscritto da TUTTI i sindacati anche da quelli infermieristici, permetteva all’azienda di convertire, liberamente, le ore di straordinario in riposi compensativi, sia perché non vi erano fondi per il pagamento richiesto.”
Tale istanza, deriva dal fatto che, come enunciato sopra, il Sindacato FIALS NON ha firmato e condiviso il presente CIA e dunque non può certamente essere ricompreso nel seguente stralcio di locuzione: "... tutti i sindacati anche da quelli infermieristici ... ".
In difetto di Vostro celere e risolutivo riscontro, si ravvisa fin da ora che sarà dato mandato al Nostro Studio Legale, che legge per conoscenza, di agire nelle sedi opportune per tutelare l’immagine e l’operato del Sindacato FIALS sia in Azienda che nel territorio. Distinti Saluti”.
Premesso che o si scrive “La scrivente” e non “Con la scrivente” o si scrive “il sottoscritto”, ma non ambedue perché o è il sindacato a scrivere o è il sottoscritto (un soggetto terzo), si deve dare atto che la FIALS non ha sottoscritto il contratto che, invece, è stato approvato da: CGIL, CISL, UIL e FSI, ma si deve anche dare atto che gli avvocati aziendali non hanno mai prodotto integralmente il contratto con le sottoscrizioni, come riportato nella replica dell’A.A.D.I.: “Gent.Le dott. Nobile, gli avv. aziendali non hanno mai prodotto in udienza il contratto decentrato, ma solo lo stralcio inerente l’istituto in disamina, come tra l’altro prevede la giurisprudenza in questione, obbligando la produzione integrale del contratto da parte del ricorrente in cassazione solo in sede di legittimità per espressa previsione dell’art 360, n. 4, C.P.C.. In sede di note autorizzate di I grado, la controparte ha dichiarato che il contratto decentrato era stato sottoscritto da tutti i sindacati proprio per avvalorarne l’efficacia per indurre il Giudicante, evidentemente, ad acclararlo per espressa volontà dei contraenti ed efficacia diretta nei confronti del ns. assistito. Provvederemo quanto prima a spiegare quanto ha richiesto, ma preciseremo che la FIALS, nonostante non abbia sottoscritto il contratto, non ha neppure pensato ad impugnarlo, cosa che invece abbiamo fatto noi da Roma. Unitamente alla presente, si contesta la Vs. richiesta come da Voi riportata: “Inoltre, le Vostre argomentazioni riportano alcuni passaggi inesatti, privi di tangibile fondamento, come avvalorabile nel documento incriminato, allegato alla presente comunicazione, invitando seriamente codesta Associazione ad attuare una congrua e veritiera disamina dei suoi contenuti, soprattutto, alle pagine 14-15-16 dell’art. 9 "Lavoro straordinario e riposi compensativi”, in quanto non si comprende quale “congrua e veritiera disamina” dovremmo mai rettificare visto che gli avv. Aziendali hanno commentato il contratto affermando che il recupero compensativo è obbligatorio ed è a scelta dell’azienda, esattamente come ha riportato il tribunale anche in sentenza.
Comunque, se ha particolari deduzioni da sollevare su quanto riportato nell’articolo, Le esprima meglio perché così come Le ha formulate sono inintelligibili. Resta il fatto che ogni Vs. contraria deduzione è inutile e inconferente perché la FIALS non ha diritto di interpretare un contratto che non ha sottoscritto (Cass. Lav., 15 novembre 2017 n. 27115 che, alla pag. 11, così riporta: “non è ravvisabile alcun diritto o interesse dell’O.S. ad agire in giudizio in relazione alla validità, efficacia o interpretazione di un contratto alla cui stipulazione sia rimasta estranea”); nondimeno la FIALS non è stata neppure parte in causa, né potrebbe mai appellare la sentenza. Se avete recriminazione da avanzare potete farle all’Azienda. In conclusione, sarà il caso che Lei legga gli atti di causa chiedendoli alla sua azienda perché quanto riportato nel ns. articolo è esattamente quanto è stato scritto negli atti di causa che né Lei né l’AADI potrà mai modificare. Saluti”.
La FIALS non ha sottoscritto il contratto, ma si è limitata a fare solo questo.
Non lo ha impugnato in tribunale; siamo dovuti partire da Roma per farlo noi dell’AADI. Siamo alle solite: ci copiano le cause sui buoni pasto, ci copiano le cause sul tempo tuta, ci copiano le cause sul demansionamento, ci copiano le cause sul mobbing; adesso vogliono pure far finta che non siamo stati noi a stracciare una regola contrattuale che offendeva e danneggiava i lavoratori e se informiamo gli infermieri dei loro diritti ci minacciano pure di farci causa.
Non si capisce perché quando l’AADI vince una causa a favore dei lavoratori, chi si arrabbia e ci minaccia di farci causa è sempre il sindacato e mai l’azienda soccombente.
Strano, no?
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