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A.S.L. BAT - 7 Cause della Stessa Infermiera A.A.D.I.

Aggiornamento: 2 dic 2023

Seconda Condanna Inflitta alla A.S.L. BT dal Tribunale del Lavoro

Vi ricordate il precedente articolo su questo caso?



La battaglia non è terminata.


Il Tribunale del Lavoro di Trani ha inflitto la seconda condanna alla A.S.L. di Barletta, rea di aver ordito una punizione esemplare alla segretaria provinciale dell’A.A.D.I. di Barletta-Andria-Trani; ma la punizione esemplare l’ha subita il direttore generale e il medico competente che, in concorso fra loro, hanno portato l’infermiera a lavorare dal distretto sanitario al reparto di medicina con turni H24 e a causarle un grave shock anafilattico dopo che il medico ha fatto sparire dal giudizio dell’infermiera sia lo stato di invalidità civile che quello di handicap nonché altre patologie tra le quali propria le allergie e tutto questo nonostante la diffida dell’A.A.D.I. al direttore generale che lo avvertiva di tale pericolo.


Il medico competente che ha miracolosamente guarito l’infermiera cancellandole tutte le malattie, si è giustificando in tribunale affermando che, come medico del lavoro, può non considerare le certificazioni cliniche che desidera.

Dopo essere stati condannati dal tribunale (con la prima causa) a spostare l’infermiera dal reparto di medicina dove era stata illegalmente assegnata, la A.S.L. ha avuto il coraggio di spostare nuovamente la lavoratrice disabile fuori la città di Barletta ove abita, violando il comma 5 dell’art. 33, L. n. 104/92 che vieta al datore di lavoro di assegnare la lavoratrice disabile in un altro posto che risulta più distante, dalla sua abitazione, rispetto a quello originario.

Naturalmente l’A.A.D.I. non ha proposto il ricorso subito dopo l’ordine di servizio perché sperava che con una semplice lettera chiarificatrice, anche corredata dalla giurisprudenza di legge, la A.S.L. BT, dotata di un minimo di intelletto, correggesse la violazione.

Niente affatto!

La A.S.L. ha risposto all’A.A.D.I. insistendo nella sua decisione e, spiegando che i disabili devono essere trattati come sani, in poche parole ha detto che della legge n. 104/92 non gliene frega niente.

La lettera è stata sottoscritta da tutta la Corte Celeste dell’A.S.L. e, cosa molto grave e che dimostra l’inutilità della dirigenza infermieristica come figura comprensiva e solidale delle particolari esigenze degli infermieri, anche dal dirigente infermieristico che è anche consigliere dell’O.P.I. e dirigente sindacale della FIALS.

L’infermiera, ha immediato proposto il ricorso d’urgenza che è stato accolto con condanna a riassegnare la dipendente esattamente dove stava prima.

All’udienza, gli avvocati della A.S.L. hanno anche affermato che loro stessi devono guidare per 40 chilometri per raggiungere il posto di lavoro e quindi anche l’infermiera avrebbe potuto farlo!

Ma quando l’avvocato dell’A.A.D.I. gli ha chiesto se anche loro fossero disabili e senza auto, non hanno risposto, dimostrando così la benché minima considerazione per le disabilità dei lavoratori.

Ma la discussione non è sfuggita al giudice che ha urlato: ma una deve morire per dimostrarvi che sta male?

Delude e rattrista il fatto che tra gli unici due testimoni che si sono messi contro l’infermiera in tribunale, ci fosse proprio il dirigente infermieristico che, però, è stato ricusato come teste dai legali dell’A.A.D.I. e il giudice, convinto della futilità di tale testimonianza, lo ha estromesso.

I componenti dell’Ufficio legale dell’A.A.D.I., per esperienza trentennale, hanno sempre ritenuto che il peggior nemico dell’infermiere sia l’infermiere, cosa peraltro sempre ripetuta nei corsi ECM del collega Mauro Di Fresco; perciò guardatevi le spalle da chi dice di proteggervi perché se c’è qualcuno che l’azienda userà contro di voi non sarà certo il medico ma il vostro capo.

E adesso?

Adesso, sulla stessa A.S.L. pendono altre 5 cause sempre promosse dalla nostra segretaria con il supporto dell’A.A.D.I., di cui una penale che coinvolgerà diverse figure apicali in concorso di reato tra loro e altre che riguardano altri gravissimi fatti che faranno storia nella giurisprudenza italiana e saranno valutate sia dalla Procura della Repubblica che dalla Corte dei Conti.

Naturalmente, l’esito di queste cause verrà gradito da tutti i dipendenti della A.S.L. perché riguardano diritti e istituti contrattuali di notevole interesse collettivo che alla BAT vengono tuttora negati.

Vi terremo informati.



 

Una rettifica a questo articolo è stata pubblicata nel lostro blog.



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