Si è definitivamente concluso oggi, con la ratifica del protocollo tra CSM, nella persona del Vice Presidente David Ermini ed i presidenti degli Ordini dei Tecnici TSRM, Dott. Alessandro Beux e delle Ostetriche FNOPO, Dott.ssa Maria Vicario, il percorso per l’approvazione dei requisiti necessari per l’accesso alle iscrizioni nei Tribunali distrettuali come periti e CTU.
Un protocollo più volte discusso e del quale attendevamo la versione definitiva che a quanto pare oggi, è stata finalmente siglata.
Orbene, cosa c’è di tanto eclatante in questi due protocolli che ha destato la nostra attenzione? Andiamo per gradi.
Avevamo avuto modo di valutare ampiamente nel merito il primo dei protocolli siglati, ossia, quello FNOPI-CSM firmato dalla Presidente Mangiacavalli, protocollo che abbiamo in più punti aspramente contestato, soprattutto per alcuni aspetti che a nostro avviso erano e sono del tutto incostituzionali.
Abbiamo anche scritto direttamente al CSM indicando i punti di caduta che ritenevamo degni di attenzione e di revisione, abbiamo interpellato di nuovo direttamente la Presidente Mangiacavalli incontrandola alla presenza anche dell’avvocato della FNOPI, la quale, ci aveva promesso che avrebbero specificato nel regolamento di attuazione del protocollo,destinato ai presidenti OPI, le dovute correzioni da noi indicate, ma niente di tutto questo è avvenuto.
La stessa Presidente Mangiacavalli ci aveva rassicurato che i requisiti descritti all’interno del protocollo FNOPI non potevano essere derogati poiché espressamente imposti dal CSM e quindi indiscutibili.
Sapevamo però che in realtà il CSM non poteva aver preteso tanto e che, forse, chi aveva in realtà stilato quel protocollo, ossia, il comitato della FNOPI, aveva commesso un grossolano errore, forse per eccessivo zelo o forse per ignorantialegis, tant’è che, comunque, non siamo stati ascoltati.
Oggi, poi, con nostra sorpresa dopo aver visionato attentamente i protocolli degli ordini TSRM e FNOPO ci rendiamo conto che le cose in realtà stavano un po’ diversamente da come ce le aveva propsettate la nostra amatissima Presidente.
Infatti, in nessuno dei due protocolli oggi siglati è previsto il requisito della laurea magistrale che è stato invece indicato come inderogabile nel protocollo FNOPI.
Sorpresa direte voi..! Solo in parte, sapevamo infatti da voci che circolavano nell’ambiente che, i Presidenti dei due ordini erano assolutamente contrari a mettere il vincolo della laurea magistrale perché ciò avrebbe fortemente limitato la possibilità degli iscritti di fare istanza per l’accesso agli albi dei periti e dei CTU e tanto è stato.
Oggi infatti, dopo aver letto dell’avvenuto accordo, abbiamo avuto la conferma che il protocollo FNOPI-CSM è stato concepito così per volontà diretta del comitato che lo ha stilato e non di certo per responsabilità altrui…praticamente un capolavoro di autolesionismo.
Si poteva certamente fare molto di più, si potevano interpellare gli esperti della materia, tutte le associazioni di categoria e persino l’AADI, tutte cose che avrebbe potuto dare maggior lustro alla Federazione dinanzi alle istituzioni preposte, ma niente, gli infermieri meritano c’ho che hanno, ne prendiamo atto.
Rimane comunque a nostro avviso, anche negli odierni protocolli, un punto che non si è voluto risolvere e che riguarda le procedure disciplinari ordinistiche, dove è palese l’incostituzionalità della previsione regolamentare che non prevede che le procedure disciplinari si possano impugnare alla CCEPS o in Cassazione per avere un esito passato in giudicato e, quindi, definitivo della procedura.
Ci rattrista il fatto che il CSM, non abbia posto un veto su questo aspetto, né nel protocollo FNOPI né in quelli attuali, una svista non di poco conto che riguarda aspetti di diritto sostanziale e che rappresenta un vulnus mai manifestatosiprima nel panorama del diritto italiano.
In conclusione, la FNOPI si è tarpata le ali da sola, masochisticamente ha autolimitato la libera espressione della professionalità degli infermieri non permettendo loro l’iscrizione preso i tribunali senza il requisito della laurea magistrale, in netto contrasto con quanto invece portato avanti in modo più lungimirante dagli altri due ordini professionali.
Mai espressione più adatta era stata mai coniata per descrivere l’autolesionismo ed il vittimismo del popolo infermieristico “i nemici degli infermieri sono gli stessi infermieri”.
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